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Alexander von Humboldt: „Fisica del Globo. Considerazioni sui vulcani“, in: ders., Sämtliche Schriften digital, herausgegeben von Oliver Lubrich und Thomas Nehrlich, Universität Bern 2021. URL: <https://humboldt.unibe.ch/text/1830-Ueber_die_Bergketten-13-neu> [abgerufen am 19.04.2024].

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https://humboldt.unibe.ch/text/1830-Ueber_die_Bergketten-13-neu
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Titel Fisica del Globo. Considerazioni sui vulcani
Jahr 1833
Ort Mailand
Nachweis
in: Giornale di farmacia – chimica e scienze accessorie o siano annali universali delle scoperte, ritrovati e miglioramenti fatti in farmacia ed in chimica 17:3 (März 1833), S. 157–159.
Sprache Italienisch
Typografischer Befund Antiqua; Auszeichnung: Kursivierung; Schmuck: Initialen.
Identifikation
Textnummer Druckausgabe: V.2
Dateiname: 1830-Ueber_die_Bergketten-13-neu
Statistiken
Seitenanzahl: 3
Zeichenanzahl: 6028

Weitere Fassungen
Ueber die Bergketten und Vulcane von Inner-Asien und über einen neuen vulcanischen Ausbruch in der Andes-Kette (Leipzig, 1830, Deutsch)
Heights of Table Lands (Edinburgh, 1830, Englisch)
Mémoire sur les chaines des montagnes et sur les volcans de l’Asie intérieure, et sur une nouvelle éruption volcanique dans la chaine des Andes (Paris, 1830, Französisch)
Recherches sur les Systèmes de montagnes et les Volcans de l’intérieur de l’Asie (Extrait) (Paris, 1830, Französisch)
Sur les chaînes et les volcans de l’intérieur de l’Asie, et sur une nouvelle éruption dans les Andes (Paris, 1830, Französisch)
Sur les Volcans de l’Asie centrale (Paris, 1830, Französisch)
О горныхъ кряжахъ и вулканахъ внутренней Азiи, и о новомъ вулканиическомъ изверженiи в Андахъ. А. ф. Гумбольдта. (Перев. Д. Соколова.) [O gornych krjažach i vulkanach vnutrennej Azii, i o novom vulkaničeskom izverženii v Andach. A. f. Gumbol’dta. (Perev. D. Sokolova.)] (Sankt Petersburg, 1830, Russisch)
Aus Humboldts neuester Reise (München, 1831, Deutsch)
On the chains of mountains and volcanos of Central Asia (London, 1831, Englisch)
On the Mountain-chains and Volcanoes of Central Asia, with a Map of Chains of Mountains and Volcanoes of Central Asia (Edinburgh, 1831, Englisch)
О горныхъ системахъ Средней Азiи. (Изъ новѣйшаго сочиненiя Г-на Гумбольдта.) [O gornych sistemach Srednej Azii. (Iz novějšago sočinenija G-na Gumbolʹdta.)] (Sankt Petersburg, 1831, Russisch)
О горныхъ системахъ Средней Азiи. (Изъ новѣйшаго сочиненiя Барона Гумбольдта.) [O gornych sistemach Srednej Azii. (Iz novějšago sočinenija Barona Gumbolʹdta.)] (Moskau, 1831, Russisch)
Fisica del Globo. Considerazioni sui vulcani (Mailand, 1833, Italienisch)
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Fisica del Globo. Considerazioni sui vulcani; del sig. A. De Humboldt.

I fenomeni vulcanici non appartengono, nello stato attualedelle nostre cognizioni, alla sola Geognosia: considerati nel-l’insieme delle loro relazioni, eglino sono uno degli oggettii più importanti della fisica del globo. I vulcani accesi, aquanto sembra, sono l’effetto di una permanente comunica-zione fra l’interno della terra in fusione e l’atmosfera cheavvolge la crosta indurita ed ossidata del nostro pianeta. Glistrati di lave zampillano come sorgenti intermittenti di terreliquefatte; i loro sovrapposti nappi, sembra che ripetano sottogli occhi nostri sur una piccola scala, la formazione dellerocce cristalline delle diverse età. Su la creta delle Cordil-liere del Nuovo-Mondo, come nel sud dell’ Europa, e nel-l’ ouest dell’ Asia, si manifesta un’ intima unione fra l’azionechimica de’ vulcani propriamente detti, di quelli che produ-cono le rocce, perchè la loro forma, e la loro posizione,cioè la menoma elevazione della loro sommità o cratere, edil menomo spessore de’ loro lati (non rafforzati da piani)permettono l’ uscita alle materie terrose in fusione, con lesalse o vulcani di fango dell’ America del Sud, dell’ Italia,della Tauride, e del mar Caspio, lanciando primieramentede’ massi (de’ grandi pezzi di rocce), delle fiamme e de’vapori acidi; poi, in un altro stadio più calmo e troppoesclusivamente descritto vomitando delle argille fangose, dellanafta e dei gaz irrespirabili (dell’idrogene mescolato all’acidocarbonico, ed all’ azoto purissimo). L’azione de’ volcani pro-priamente detti manifesta questa stessa unione, con la for- |158| mazione ora lenta, ora violenta, di banchi di gesso e di salgemma anidro, racchiudendo il petrolio, l’idrogene conden-sato, il ferro zolforato e talvolta (a Rio-Huallaga delle Andedel Perù) delle masse considerabili di galena; con l’originedelle sorgenti termali; con l’ aggruppamento de’ metalli de-positati in diverse epoche, dal basso in alto, ne’ filoni, ne-gli ammassi (Stockwerke), e nella roccia alterata, che av-vicina le crepature metallifere; con i terremoti, i cui effettinon sono sempre unicamente dinamici, ma che sono accom-pagnati talvolta da fenomeni chimici, di svolgimenti di gazirrespirabili, di fumo e di fenomeni lominosi; finalmente,coll’ istantanci innalzamenti o lentissimi o solamente percet-tibili dopo lunghi periodi, di alcune parti della superficiedel globo. Questa intima connessione fra tanti e si diversi fenomeni,questa considerazione dell’ azione vulcanica come azione del-l’interno del globo su la sua esterna crosta, su li strati so-lidi che l’avvolgono, ha illuminato, in questi ultimi tempi,un gran numero di problemi geognostici e fisici, che sem-brarono finora non suscettivi di soluzione. L’analogia de’fatti bene osservati, l’ esame rigoroso de’ fenomeni che sipresentano ai nostri sgnardi nelle differenti regioni della ter-ra, cominciano a condurci progressivamente a indovinare(non precisando tutte le condizioni, ma considerando l’ in-sieme del modo d’azione) ciò che si è passato a quelle epo-che remote, che hanno preceduto i tempi istorici. La vulca-nicita, cioè, l’influenza che esercita l’interno di un pianetasul suo esterno inviluppo ne’ differenti stadj del suo raffred-damento, a causa dell’ineguaglianza di aggregazione (di flui-dità e di solidità), nella quale si trovano le materie che lacompongono, quest’azione dal di dentro al di fuori (se cosiposso esprimermi) è ora molto indebolita, ristretta a unpiccolo numero di punti, intermittente, meno spesso spostata,molto semplificata ne’ suoi effetti chimici, non producendodelle rocce che in giro a piccole aperture circolari o sovracrepature longitudinali di poca estensione, non manifestandola sua potenza, a grandi distanze, che dinamicamente, scuo- |159| tendo la crosta del nostro pianeta nelle direzioni lineari odin estensioni (circoli d’oscillazioni simultanee) che riman-gono le stesse per un gran numero di secoli. Ne’ tempi chehanno preceduto l’esistenza della razza umana, l’azione del-l’interno del globo su la crosta solida che aumentava di vo-lume, ha dovuto modificare la temperatura dell’ atmosfera,rendere il globo intero abitabile alle produzioni, che si deg-giono riguardare come tropicali, da che, per l’effetto dell’ir-radiamento, del raffreddamento della superficie, i rapportidi posizione della terra con un corpo centrale (il sole) hannocominciato a determinare quasi esclusivamente la diversitàdelle latitudini geografiche. Fu altresì in questi primitivi tempi che i fluidi elastici,le forze vulcaniche dell’interno più possenti forse, che si fa-cevano strada più facilmente a traverso la crosta ossidata esolidificata, hanno crepolata questa crosta, ed intersecata,non solo per filoni (dikes), ma per masse molto irrego-lari di forma, di materie di una grande densità (basalti fer-raginosi, melafiri, ammassi di metalli), materie che sisono introdotte dopo che la solidificazione e lo stiacciamentodel pianeta, erano già determinate. L’acceleramento che pro-vano le oscillazioni del pendolo su molti punti della terrapresentano soventi, per questa causa geognostica, delle in-gannevoli apparenze di un stiacciamento maggiore di quelloche risulta da una ragionata combinazione delle misure tri-gonometriche e della teoria dalle ineguaglianze lunari. L’epocadelle graudi rivoluzioni geognostiche è stata quella in cui lecomunicazioni fra l’interno fluido del pianeta e la sua atmo-sfera erano più frequenti, agendo sur un maggior numerodi punti, ove la tendenza a stabilire queste comunicazioni hafatto sollevare, a differenti età, nelle diverse azioni (veri-similmente determinate per la diversità di queste epoche),su lunghe crepature, delle Cordilliere, come l’Himalaya ele Ande, delle catene delle montagne di una minore eleva-zione, e quelle grinze, od impedimenti, le cui ondulazioniabbelliscono il paese di nostre pianure, ecc., ecc.