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Alexander von Humboldt: „Delle foreste di Cinchona nell’America meridionale“, in: ders., Sämtliche Schriften digital, herausgegeben von Oliver Lubrich und Thomas Nehrlich, Universität Bern 2021. URL: <https://humboldt.unibe.ch/text/1807-Ueber_die_Chinawaelder-2> [abgerufen am 28.03.2024].

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Titel Delle foreste di Cinchona nell’America meridionale
Jahr 1808
Ort Mailand
Nachweis
in: Giornale della Società d’incoraggiamento delle scienze et delle arti stabilita in Milano 3 (März 1808), S. 260–278; 5 (Mai 1808), S. [145]–159; 8 (August 1808), S. 186–204.
Sprache Italienisch
Typografischer Befund Antiqua; Auszeichnung: Kursivierung; Fußnoten mit Ziffern; Schmuck: Initialen, Kapitälchen.
Identifikation
Textnummer Druckausgabe: II.57
Dateiname: 1807-Ueber_die_Chinawaelder-2
Statistiken
Seitenanzahl: 53
Zeichenanzahl: 66220

Weitere Fassungen
Über die Chinawälder in Südamerika (Berlin, 1807, Deutsch)
Delle foreste di Cinchona nell’America meridionale (Mailand, 1808, Italienisch)
On the Cinchona Forests in South America (London, 1821, Englisch)
|260|

Delle foreste di Cinchona nell America meri-dionale, di Alessandro von Humboldt. (Ma-gazin fuer die neuesten entdeckungen in dergesammten naturkunde. Ersten Jahrgangs erstesQuartal.)

CAPITOLO I.

Si vuole in questo trattato considerare lapianta della Cinchona come oggetto di geogra-fia vegetale. Tra gli scrittori che di essa par-larono, solo la Condamine, Ruiz, Pavon e Zeala videro nel continente dell’America meridio-nale. Il primo ne diede la descrizione fisica;gli altri, siccome Jacquin e Swartz che la chi-na esaminarono delle isole delle Indie occiden-tali, e Vahl e Lambert che esemplari secchidescrissero, si sono unicamente occupati delladescrizione naturale e della diagnosi botanica.Rimasto quattro anni nell’America meridionale,ebbi occasione di vivere a lungo in paesi incui queste piante sono indigene. Ne vidimo Bonpland ed io al nord e al sud dell’equatore,nel regno di Nuova-Grenada, tra Honda e SantaFe de Bogotta nella provincia di Popayan, nel Corregimiento di Loxa, lungo il fiume delle Amazoni nella provincia Jaen de Bracamorros enella parte settentrionale del Perù. In SantaFe vidimo la preziosa collezione botanica di |261| Don Jose Celestino Mutis presso cui dimoram-mo: e in Ispagna dall’editore della Flora Pe-ruviana, a Guayaquil (porto di Quito allecoste del mare del sud) dal sig. Tafalla scolarodi Ruitz, e nella picciola città di Loxa dalregio ispettore delle foreste di china Don Vin-cente Olmedo, appresimo molte importanti co-gnizioni, che senza la costoro amichevole co-municazione ci sarebbero per sempre rimasteignote. Per decidere l’aspra controversia insortatra Mutis, Zea, Ruitz e Pavon intorno all’iden-tità della così detta vera Cinchona di Uritusin-ga, sino dal 1638 famosa, e la corteccia febbri-fuga color di arancio di Santa Fe nella Nuova-Gre-nada, o la peruviana Cinchona nitida descritta da Ruitz e Pavon, conveniva visitare la patria di que-ste tre piante. Ma nessuno de’collitiganti vide il Corregemiento di Loxa, onde ciascun partitocon eguale insussistenza avanzava, essere la cor-teccia febbrifuga più attiva del proprio distrettola vera di Uritusinga. Nel secondo fascicolo del-le nostre piante equinoziali (1) abbiamo dimo-strato che quest’ ultima, la Cascarilla fina deLoxa è essenzialmente diversa dalla CinchonaLancifolia Mutis, e da tutte le chine peruvianedescritte nella Quinologia di Ruiz, nella Flora
(1) Plantes équinotiales, par Mrs. Humboldt et Bonpland.Troisième livraison p. 39.
|262| Peruviana, e nel supplimento alla Quinolo-gia. Lontani dal voler contendere con questiesimii botanici, vogliamo però lusingarci cheil nostro giudizio sarà per meritarsi qualcheconsiderazione, poichè, oltre le selve di chinade’ dintorni di Santa Fe, vidimo eziandioquelle di Loxa, le quali dopo Giuseppe diJussieu, le cui osservazioni non sono state nem-meno pubblicate, dunque da 62 anni, non sonostate visitate da verun altro viaggiatore natura-lista. Favorito da questa circostanza, cred’iopoter parlare con qualche conſidenza di un og-getto cotanto difficile, e da molteplici contro-versie reso sempre più intralciato.
Sarebbe superfluo ripetere quanto si è favo-leggiato intorno alla storia della scoperta delleproprietà medicamentose della china. Talunovuole che un infermo ne scoprisse l’amarezza,bevendo in un pantano in cui ne erano cadu-ti dei rami; altri che un lione guarito di feb-bre masticando china, fissasse l’attenzione degliIndiani sopra questa pianta. Lambert nella suaMonografia della Cinchona (1) riunì tutte leopinioni. È certamente comune formola di favolevolgari che molte cose imparassero gli uominidagli animali. Così è voce generale presso gliIndiani, che il Falco Guaco di nuova Grenada,
(1) A description of the genus Cinchona 1797. p. 39.
|263| il quale i serpenti assale e combatte (siccomeil Falco Serpentarius), loro indicasse l’eccel-lente contravveleno Vejuco del Guaco, piantada Mutis descritta, affine alla Mikania, e stataerroneamente scambiata coll’Ayapana del Brasile.Che poi l’indomito gran lione americano, Fe-lis concolor, soffra la febbre è una ipotesi in-sussistente al pari dell’asserzione degli abitantidella valle pestifera Gualla bamba (presso lacittà di Quito), i quali mi assicurarono averegli avoltoj de’ loro contorni (Vultur aura) la stessa malattia. Nella regione in cui cresconole selve di china, è il Felis concolor, amicodella calda temperatura, affatto sconosciuto:appena trovasi il gatto Puma, non ancora benedescritto, ch’io vorrei nominare Felis andicola,le petit Lion du Volcan de Pichincha de laCondamine, che noi trovammo sino all’altezzadi 2500 tese.
La storia generalmente ripetuta della contessa Cinchon, vice-Regina del Perù, è dubbiosa assaipiù che non si crede. Fuvvi certamente un conte Chinchon don Geronimo Fernandez de CabreraBobadella y Mendoza dal 1629 sino al 1639 vice-Re di Lima; ed è molto verosimile che sua con-sorte al ritorno in Ispagna nel 1640 spargessela prima volta la corteccia febbrifuga in Euro-pa. Il nome pulvis comitissae sembra esserepiù antico del nome pulvis Jesuiticus ossia pul- |264| vis Patrum. Tuttavia non credo, e meco con-viene il sig. Olmedo di Loxa, che il Corregi-dor di Loxa don Juan Lopez de Cannizares (1), il quale la contessa malata debbe aver cu-rata, ricevesse il rimedio dagli Indiani. In Lo-xa non solo non esiste tradizione di questo fatto;ma non è neppure verosimile che i popoli ori-ginarj d’America scoprissero i primi l’efficaciadella Cinchona. Questi al pari degli abitantidell’Indostan sono inflessibilmente attaccati alleloro costumanze, ai loro cibi e rimedj; e adessi come in Loxa, Guancabamba e molto lun-gi all’intorno, l’uso della corteccia febbrifugaè interamente sconosciuto. Nelle profonde e co-centi valli dei monti Catamayo, Rio Calvas eMacara, è malattia comune la febbre intermit-tente; ma questi abitanti, come quelli di Loxa,di qualunque tribù essi siano, vorrebbero piut-sto morire che pigliar china, la quale al paridegli oppiati risguardano come veleno pro-duttore di cancrena. Gl’Indiani usano controquesta malattia la limonata, la scorza aromaticaoleosa dei piccioli cedri selvatici, l’infusione ca-rica della scoparia dulcis e di caffè (2). Appena in
(1) Flora peruviana t. II. p. 2.(2) Tra gl’Indiani in Orinoco, e particolarmente in Atures e Maypure, abbiamo trovato un ottimo rimedio febbrifugo, le frutta de Burro, le frutta cioè di una nuova specie diUvaria, che descriveremo sotto il nome di Uvaria febbrifuga.
|265| Malacates, dove sonovi molti Cascarilleros (scor-ticatori di china) cominciasi ad avere qualcheconfidenza per la Cinchona. In Loxa non havvialtro documento che possa dilucidarne la storiadella scoperta, oltre l’antica voce tutt’ora sus-sistente, che i Gesuiti nel segnare, secondo ilcostume del paese, le diverse specie di piantedestinate al tagliamento con denticchiarne lacorteccia, scoprissero in questo modo la forteamarezza della Cinchona: e siccome furonvisempre medici tra i missionarj, è quindi pro-babile ch’ essi ne esperimentassero l’infusionecontra la febbre terzana, malattia endemica dique’ contorni. Questa voce è meno inverosimi-le dell’asserzione degli scrittori europei, i qua-li, compresi Ruiz e Pavon, ne attribuiscono lascoperta agl’ Indiani. Nel regno di Nuova-Gre-nada i naturali del paese nulla decisamentesanno ancora della sua efficacia anti-febbrile.
Un secolo trascorse prima che si avesse al-cuna descrizione botanica della pianta, la cuicorteccia formava la polvere gesuitica. L’astro-nomo La Condamine fu il primo ad esaminarlae descriverla (1), passando nel 1737 da Loxaa Lima; e ne pubblicò la descrizione nellememorie dell’accademia per l’anno 1738. Nel1639 Giuseppe de Jussieu ivi e ne’ dintorni
(1) Voyage à l’Équateur pag. 31, 75, 186, 203.
|266| di Zaruma raccolse molte piante, che sonotutt’ora conservate nell’erbario che porta il suonome in Parigi, e che noi abbiamo paragonatecolle nostre ivi, appunto sessant’anni dopo rac-colte. Tra queste trovossi la Cinchona pubescens da Vahl descritta come nuova, la quale però,siccome dimostreremo in appresso, è la prima Cinchona officinalis del Sistema naturae di Lin-neo secondo la dodicesima edizione. Nel 1743tornò La Condamine in Loxa, d’onde, siccomenoi nel 1802, passò a Tomependa e verso ilfiume delle Amazzoni. Fece in quest’occasioneil primo ed ultimo esperimento abbastanza sin-golare di portare in Europa tronchi delle pian-te giovani e vivi. Ma, dopo averli custoditi col-la maggiore sollecitudine in una navigazione di1200 leghe per lo spazio di otto mesi, incappòpresso il cap d’Orange al nord di Parà in unenorme flutto che sommerse il naviglio.
Lungo tempo rimasero i botanici senza co-noscere altra specie di Cinchona, oltre quelladetta officinalis da Linneo, nella cui descri-zione egli senza avvedersene accoppiò la nostra C. condaminea a la C. cordifolia Mutis: im-perocchè l’esemplare mandatogli da Santa Feera china gialla, onninamente diversa dalla chinadisegnata, per verità imperfettamente, da Con-damine. Jacquin scoprì la seconda specie, la C. caribea; finchè nuovi viaggi alle isole delle |267| Indie occidentali, al mare del Sud e alle In-die orientali ne moltiplicarono il numero; re-stando però le più benefiche del continentedell’America meridionale le ultime a conoscersi. Dal 1638 al 1776 rimase in commercio lasola china del Corregimiento de Loxa e deivicini dintorni. La Condamine fa menzione dellachina di Riobamba e Cuenca nella provinciadi Quito, e di quella di Ayavaca e Jaen deBracamorros. Ma non conobbe la china delleparti interne del Perù (intorno Huanuco enella provincia La Paz), nè quella del regno diNova-Grenada. E l’opinione generale, che alnord dell’ equatore, cioè nel nostro emisfero,non si trovasse china sarebbe più a lungo du-rata se il caso non avesse guidato il Superin-tendente general de Moneda de S. Fe, Don Miguel de Santistevan, da Popayan a SantaFe de Bogota nel ritornare in Ispagna. Benchènon avesse che poche cognizioni botaniche,riconobbe tuttavia alla fisonomia, cioè al sem-plice habitus, le piante di china da Loxa sinoal 2 \( \frac{1}{2} \)° di latitudine settentrionale; e in unprogetto risguardante il commercio di questacorteccia (estanco de cascarilla) indirizzatonel 1753 al Vice-Re marchese di Villar soggiun-geva espressamente d’aver trovate piante di chinanon solo tra Loxa e Quito, cioè a levante diCuenca presso i villaggi Paute e Gualasco, al |268| nord di Riobamba, alla pendìo di Chimborazopresso Angas e alla Cuesta de S. Antonio, maancora tra Quito e Santa Fe, dovunque il ter-reno avea l’eguale elevatezza di Loxa, cioè 800tese sopra il livello del mare. Quest’ altezza diLoxa è secondo le recenti dimensioni e l’anticadi la Condamine (1) almeno minore di 250 tese:pure l’ottima osservazione sulla media altezza,a cui sempre si trova la Cinchona al pendiodei monti, è tanto più reflessibile, quanto chei naturalisti di que’ tempi non solevano prestargrande attenzione alla geografia delle piante eall’elevazione del luogo. È similmente degno diosservazione, che quantunque Santistevan, se-condo notizie in iscritto ch’io mi sono da luiprocurate, parli in generale delle piante di chinatra Quito e Santa Fe; pure nella citazione de’luoghi, egli dice di aver scoperto questo pre-zioso prodotto solamente nella valle del RioTuanambu al nord di Pasto, nelle selve diBeruecos e presso Popayan (al periglioso passodell’Andes detto Guanacas, tra il villaggio diquesto nome e il Sitio de los Corrales). A questo stato erano le cognizioni della Cin-chona al nord dell’equatore sino al 1772. Tuttala china che si trovava in commercio era di Loxa,Cuancabamba e Jaen, fors’anco di Riobamba e
(1) Voyage de la rivière de l’Amazone p. 25.
|269| Cuenca; e veniva esportata dai porti del maredel Sud. La scoperta appena fatta della stessapianta nelle provincie Pasto e Popayan restòinfruttuosa. Nel 1772 Don Jose Celestino Mutis trovò china all’intorno di Santa Fe, e d’allorain poi ebbe Europa di questa corteccia chenon proveniva dal Cap Horn, ma da Cartagenade Yndias a Cadice.
Mutis era stato dodici anni antecedentementenel regno di Nuova-Grenada. Scorse due voltea cavallo le foreste tra Guaduas e Santa Fe,dove le piante di china sono circondate dallebelle quercie di Grenada. La varietà dei vege-tabili che l’occhio sorprende del Botanico inquesti paesi, e la lunghezza dei tronchi dellepiante sotto i tropici, i quali le foglie e i fiorinascondono, hanno fatto sì, che egli non isco-prisse la Cinchona se non nel 1772, in cui latrovò fiorita. Questo bravo naturalista è nativodi Cadice; studiò tre anni in Madrid, e seguìnel 1760 per amore della botanica, in qualitàdi medico, il Vice-Re Don Pedro Mesia de laCerda a Santa Fe. Visse lungo tempo nei Cir-coli di Pampelona e de la Montuosa, nome che Linneo, a grande meraviglia di Mutis, trasformòin Messico; talchè lo svedese botanico tutte lepiante che ricevea da Montuosa, ha indicatecome Messicane (1). Errore in verità molto sor-
(1) Esempigrazia: Manettia reclinata.
|270| prendente, poichè Linneo era in continua cor-rispondenza con Mutis, il quale trovavasi sopraCartagena de Yndias; dunque per nessun contonel Messico; e fu solo per visitare le miniereal nord di Santa Fe, che si allontanò dalle selvedi china di Mave, Gascas e dall’Aseradero. Mutis,in uno scritto al Vice-Re Don Manuel AntonioFlorez, accenna per motivo della tarda scopertadella Cinchona, l’aver egli intraprese sino al1772 le sue botaniche escursioni sempre fuoridei primi 5.° di latitudine settentrionale; ch’eglirisguarda come patria esclusiva della china. Ilgrande naturalista non presentiva allora che sisarebbe trovata Cinchona all’imboccatura delRio Opon, e a Santa Marta, dunque sino al10.° di latitudine settentrionale.
Nel 1761, col mezzo del Direttore delle mo-nete Santisteva, si procurò Mutis i primi esem-plari secchi della china gialla di Loxa (C. cordifo-lia). A quest’epoca le cognizioni intorno al genusCinchona erano quali egli le avea partecipate a Linneo. Nel 1772 scorrendo a cavallo in compagniadel suo amico D. Pedro Ugarte attraverso il boscodi Tena, in poca distanza dal montuoso pendìodi Santa Fe, scoprì piante di china; e unanno dappoi ne trovò eziandio tra Honda eGuaduas, di cui ne presentò un arbusto fioritoal Vice-Re Don Manuel de Guirior, che giun-geva in quel punto sul fiume della Maddalena, |271| siccome una nuova testimonianza preziosa di que-sto paese, già largamente arricchito dalla naturacon altre utilissime piante, tra le quali sonorimarchevoli, la Myristica Otoba, il Lauruscinnamoides Mut., il Laurus Putseri Mut., il Caryocar amigdaliferum Mut., quattro speciedi Styrax, la Tuluifera indica, l’Alstoniatheaeformis Mut., la Psychotria emetica Mut., il Ceroxylon andicola Humb., l’Aeginetia ca-ranifera Mut., la Wintera grenadensis, la Quassia simaruba, e altri preziosi legni aduso di tinture. È nella storia delle scienze comune avveni-mento di considerare scopritore di alcuna cosanon chi fa la scoperta, ma quegli che l’altruisa con certa franchezza spacciare come propria. Mutis, uomo di carattere liberale, e alquantostravagante, non avea invocata alcuna ricompensadal Governo: esaminava in silenzio le nuovespecie di china da lui ritrovate, ed occupavasi delloro uso in medicina. Appena nel 1783 ebbe unreale assegno, quando da Gongora, il quale eraallo stesso tempo Vescovo e Vice-Re, venne or-ganizzata la spedizione botanica di Santa Fe. Quattr’anni dopo la scoperta del dott. Mutis (1776) uno scaltro e contenzioso medico diS. Fe, Don Sebastian Jose Lopez Ruiz, na-tivo di Ganama, seppe persuadere il governospagnuolo, aver egli scoperte le prime chine in |272| Nuova-Grenada: ne mandò esemplari a Madrid,e molto parlando dell’importanza del nuovo ar-ticolo di commercio, ottenne in ricompensaun’annuale pensione di 2000 piastre. Da docu-menti autentici, che Lopez mi fece, in gennajo1802, pervenire col mezzo di suo fratello cano-nico in Quito, onde dimostrarmi la priorità disua scoperta, rilevai, aver egli nel 1774 rico-nosciuta la Cinchona ne’dintorni di Honda, efattine i primi esperimenti ad uso medico nel1775. Lopez non fruì lungo tempo dell’interapensione. Il Vice-Re Gorgova, il quale assaistimava Mutis, e il di lui primo secretario Don Zenon de Alonzo, zelante promotore delle scien-ze, avendo alla Corte svelato non essere egli ilprimo ritrovatore della china di Nuova-Grenada,gli venne dimezzata, e indi tolta per intierodal Vice-Re, quando, invitato a recarsi a Da-rien, ove pretendeva aver pure scoperta Cin-chona, ricusò d’andarvi. D’allora in poi insorsegrande contesa sopra la priorità della scoperta. Lopez venne in Europa, e seppe di nuovo gua-daguarsi molte piastre di assegno; e cattivatasicon adulazione la benevolenza di alcuni bo-tanici nemici di Mutis, gli fu da costoro ac-cordato in parte l’onore della scoperta: ono-re, cui si è fitto in capo di aspirare anche ilcolonnello Don Antonio de la Torre Miranda nella sua topografia della provincia di Carta- |273| gena, che porta per titolo: Noticia individualde los poblaciones nuevas fundadas en la pro-vincia de Carthagena; benchè egli dica schiet-tamente di aver trovata la china di Nuova-Gre-nada la prima volta presso Fusagasuga nel 1783,cioè undici anni dopo Mutis. Nel 1800 mandò ilgoverno Spagnuolo il sig. Luigi Derieux, perchèfacesse proseguire la piantagione di Cinchona e di Laurus Cinnamoides incominciata da Mutis a Mariguita nelle missioni di Anda-lusia, promovesse la coltura della Myristica in-digena, e sopra intendesse all’appalto dellachina di Nuova-Grenada. Vi si recò costuicon 2000 piastre di assegno, col titolo gene-rale di Commissionado y encargado de inve-stigationes de historias natural en el NuevoReyno de Grenada. — Ma non molto dopo,per motivi politici, fu obbligato abbandonarequel Vice-Regno; e le piante di china ora cre-scono senza coltura; la quale, a dir vero, noncorrispose per nulla all’aspettazione del gover-no, comunque foss’egli impegnato di miglio-rarla. Da questa semplice storía potrà ognuno rile-vare, che tutta la china sino al 1772 venivaraccolta nelle selve di Loxa, Ayavaca e Jaende Bracamorros, dunque solamente tra il terzoe quinto grado di latitudine meridionale, e chesoltanto nel 1772 furono introdotte nell’emi- |274| sfero settentrionale specie di Cinchona originariedell’America meridionale; cioè chine scopertetra il 4.° e 5.° di latitudine. Sino a questo temponon se ne conosceva ancora del Perù propria-mente detto, e particolarmente dei monti vicinialla capitale Lima. La valle di Rio Calvas, eil castello di Ayavaca, nelle cui vicinanze crescel’ottima Cinchona condaminea, conosciuta nel1738, appartiene veramente in rapporto politicoal Perù, ma ambidue giacciono agli ultimi con-fini del Corregemiento di Loxa, e la china di Ayavaca, siccome quella di Jaen, furono vendutesotto il nome di Cascarilla fina di Uritusinga e imbarcate per Payta. Il vero commercio della china peruviana co-minciò del 1776. Don Francisco Renquifo trovòpresso Huanuco sul monte S. Cristo val deCuchero la Cinchona nitida Ruiz, specie moltoaffine alla china color d’arancio di Mutis (Cin-chona lancifolia); e Don Emanuel Alcarraz ne trasportò le prime prove a Lima, dove neintrodusse l’uso in medicina. Gli editori della Flora peruviana non inoltraronsi nel 1779 sinoal fiume delle Amazzoni: arrestaronsi alla foce deifiumi che vi concorrono. Visitarono le deliziosevalli di Tarma, Xauxa e Huamalies, e determina-rono i caratteri specifici delle specie del Perùsettentrionale nel 1779; dunque sette anni dopoche Mutis aveva incominciate le sue ricerche sulle |275| specie di Cinchona di Nuova-Grenada. Indi a pocoa poco si trovarono chine nelle parti meridionali esettentrionali dell’America meridionale, nei montivicini a Santa Marta, nel regno di Buenos-Ayrespresso la Paz e Cochabamba, dove un offiziale dimarina, Rubin de Celis, e il botanico tedesco Taddeus Hänke fissarono l’attenzione degli abi-tanti sopra questo prezioso prodotto. Nel 1780, per mezzo de’porti di Payta, Gua-yaquil, Lima, Buenos-Ayres, Cartagena e SantaMarta, venne l’Europa inondata di china didiverso grado d’efficacia, che in parte venivaimmediatamente dalla Spagna, e in parte percontrabbando dall’America settentrionale o dal-l’Inghilterra. Alle specie di china delle Indieoccidentali furono qua e là frammiste le chinedel continente: e chine furono dette alcunecorteccie, per verità febbrifughe, ma per nes-sun conto spettanti al genus Cinchona. Cosi inCadice chiamavasi la Cascarilla, Quina de Cu-mana e Quina de la Angostura; e senza ri-flettere, che chine di eguale efficacia possonomostrare differenze specifiche nel modo di loroazione, fu divisa tutta la china conosciuta invera e falsa. Ricercavasi a preferenza la chinadi Loxa, e non si pensava che dal 1738 nevenivano da questa città in Europa almeno treo quattro specie, provenienti da altrettante piantedifferenti. Si ignorava che la bontà della china |276| non tanto dipendeva dall’essere corteccia di C.lancifolia ó di C. macrocarpa, quanto piutto-sto dal luogo, dall’età della pianta e dall’ap-passire più o men rapido della medesima. Siconfusero le specie, quando invece di essere in canutillos, cioè in sottili rotoli, era in grossi cortezones od in polvere: ed ora per errore oraper frode si mescolarono scorze di Wintera granadensis e di Weinmania liscia tra le cor-teccie della china; anzi talvolta fu smerciataper china questa stessa artificialmente coloritacolla infusione del legno del Brasile. In questo stato di cose nacquero gli stranipregiudizj sul giudizio della Cinchona. Certecase di commercio in Ispagna, che da mezzosecolo possedevano esclusivamente il commerciodella china di Loxa, cercarono discreditare lachina di Nuova-Grenada e del Perù meridionale,e trovarono cortesi botanici, i quali innalzandovarietà a specie, spaciarono essere tutte lechine del Perù specificamente diverse dalle chinedi Santa Fe. I fisici, ad imitazione de’Papi,tirarono una linea di demarcaz one sulla carta,e sostennero che al di là d’un certo grado dilatitudine verso l’emisfero settentrionale nonpoteva nascervi china attiva. Siccome però ilcommercio delle chine di Huamalias e Huanu-co, celebrate da Ortega, Ruiz, Pavon e Tafalla,passò tosto nelle mani di coloro, che facevano |277| il commercio nel mare del Sud colla vecchiachina di Loxa; così le nuove chine del Perùsi introdussero più agevolmente in Ispagna, chenon le chine di Santa Fe. Quest’ultima al con-trario, che gl’Inglesi e gli Americani del nordfacilmente procuravansi in Cartagena, siccomeporto favorevole al contrabbando, acquistò prin-cipalmente fama in Londra, Germania e inItalia. L’effetto delle brighe de’commerciantiandò tant’oltre, che in Cadice per decreto realefu abbruciata una gran quantità di eccellentechina color d’arancio di Nuova-Grenada, che Mutis a spese del Governo avea fatto scorticare;mentre in tutti gli spedali militari soffrivasigrande penuria di questo prezioso prodotto del- l’America meridionale. Porzione della chinacondannata alle fiamme fu secretamente com-prata da’mercanti inglesi, e venduta ad altoprezzo in Londra. Ma quegli che maggiormentecontribuì a suscitare novelli dubbj sulla bontàdella china di Santa Fe, fu il sig. Zea, ispet-tore attuale del giardino botanico di Madrid,il quale negli Annales de Cuencias naturales, contro gli editori della Flora peruviana sosten-ne, che le specie di chine del Perù da essidescritte erano identiche colle chine del Mutis,e che aveano descritte le stesse specie sotto duesino a tre differenti nomi. Il supplimento allaQuinologia è scritto con tale rancore che sdegna |278| il tranquillo naturalista, cui sta a cuore i veriprogressi della scienza. Pria di passare dalla storia della scoperta allapropagazione geografica, e all’esposizione deifisici rapporti della Cinchona, getteremo unosguardo sulle differenze specifiche delle sue di-verse specie. Un’analisi accurata botanica sarebbecontraria allo scopo di questo trattato. La ten-teremo io e Bonpland nella descrizione delle2000 nuove specie di piante scoperte nella no-stra spedizione, e già in parte dall’amico nostro Willdenow determinate. E siccome pressochè, ognispecie di china cresce in una propria regione,ed ha un particolare grado di elevatezza nelpendìo de’monti della catena dell’Andes, èquindi indispensabile per trattare con fonda-mento di quest’oggetto, di rivedere almeno lasinomimia delle specie officinali più importanti.Io non parlerò strettamente se non di ciò cheho io stesso ocularmente osservato. (sarà continuato)

Omodei.

|145|

Delle foreste di China nell’America meridio-nale, di Alessandro von Humboldt (Vedi ilnum. III. pag. 260.)

CAPITOLO SECONDO.

Il genus Cinchona appartiene a quei generidi piante, le cui specie sono state ne’modernitempi prodigiosamente accresciute. Linneo nonne conosceva che due specie, la C. officinalis ela C. caribaea: nove ne annovera Vahl nel suotrattato sulla China (1); undici Lambert nellasua monografia (2), e ventuna Persoon nel suopicciolo Enchiridium botanicum comparso nel1805 (3). Aggiuntevi le due Cosmibuene dellaFlora peruviana, altre volte comprese tra la Cinchona, la Cinchona excelsa Roxb. scopertanelle Indie orientali, la mia C. condaminea, la C. spinosa di Vavasseur, e la C. brasiliensis a foglie minute di Willdenow non ancora de-scritta, e scoperta nella spedizione di storianaturale intrapresa per commissione del conte
(1) Sckrivter of Natur historie Selskabet I. B. 1. St. p. 16.(2) Description of the genus Cinchona 1797.(3) Synopsis plantarum P. I. p. 196.
|146| Hoffmannsegg, il numero delle piante di Chinaconosciute, si troverà in oggi portato a 27 spe-cie. Gli autori della Flora peruviana hannoper verità creduto di averne descritte essi soli13 specie: ma Mutis a sette solamente riducetutte le cinchone da esso lui esaminate nell’A-merica meridionale; e il prof. Zea, negli Ana-les de ciencias naturales de Madrid per l’anno1801, avventurò persino di sostenere che quasitutte le specie fornite d’efficacia, indicate da Ruiz e Pavon, possono ridursi alle quattrospecie descritte da Mutis nella Gazzetta lette-raria di Santa Fe de Bogota per l’anno 1793 (1), e conosciute sotto il nome di C. lancifolia,C. oblongifolia, C. cordifolia e C. ovalifolia.
In effetto non conosco alcuna pianta piùvariabile nella forma delle foglie della Cin-chona. Quegli che nel determinarne le specieunicamente si affida a parziali esemplari sec-chi degli erbolaj, e non ha l’opportunità diesaminarne egli stesso le piante nelle fore-ste, crede spesso nelle foglie di un mede-simo ramo, di vederne differenti spezie, pressoappoco come avviene nella Broussonettia papy-rifera. Noi vidimo la China gialla, C. pu-bescens Vahl, allo stesso tempo foliis ovatis,oblongis, ovato-lanceolatis e ovato-cordatis. Mu-
(1) Pubel periodico de Santa Fe 1793. N. 111.
|147| tis
chiama questa China, C. cordifolia, perchèè l’unica specie in cui ritrovansi talvolta fo-glie cuoriformi. La medesima specie, p. e. laChina bianca, C. ovaliſolia Mutis (C. macrocarpa Vahl), trovasi ora foliis utrinque laevibus, ora foliisutrinque pubescentibus. Codeste varietà possonovedersi nelle eleganti tavole colorite datemi indono dal sig. Mutis nel mio soggiorno in SantaFe, ed ora conservate nel Jardin des plantes di Parigi assieme a un completo erbario dellamia spedizione alle regioni tropiche. Anche laChina a foglie di alloro, C. condaminea, laChina più fina di Uritusinga, al crescere dellamedesima sopra monti eguali all’Etna o alS. Gottardo, ha le più varioformi foglie, ed in-gannerebbe gli scorticatori di china, se non nericonoscessero le piante alle ghiande per sìlungo tempo dai botanici neglette. Per far ve-dere contra Ruiz e Pavon (1) quanto siano equi-voci tutti i caratteri dedotti unicamente dallefoglie, in Gonzanama poco lungi da Loxa,stampammo gran numero di queste eterogeneeforme delle foglie con nero degli stampatori.Il metodo da lungo tempo noto, ma tuttoraimperfetto degli Ectypa è di un vantaggio ine-stimabile per codesti e somiglianti scopi; essosomministra a’viaggiatori molto affaccendati un
(1) Supplement a la Quinologia p. 32.
|148| mezzo facile di ottenere in pochi minuti i piùfedeli abbozzi delle figure.
Se adunque la varia altezza del luogo, ladolcezza o asprezza del clima, il trovarsi deitronchi isolati o circondati da altre piante, ilcrescere rigoglioso, e la maggiore o minore umi-dità del suolo, fanno sensibilmente variare laforma e lisciezza delle foglie delle piante diChina, nel precisarne i caratteri uopo sarà averetanto maggior riguardo alla forma de’fiori, eparticolarmente alla lunghezza degli stami, e alrapporto tra i filamenti e le antere, non menoche tra la parte scoperta o nascosta dei fila-menti. Non basta dividere le specie in quelleche hanno corollam glabram o hirsutam, sta-mina exerta o inclusa. Un osservatore dili-gente quasi in ogni specie trova sensibili va-riazioni nella forma della corolla. Per modod’esempio la C. parviflora Mut. ha filamentabasi dilatata et pubescentia; la C. macrocarpa Vahl, filamenta vix ulla, antheras in parte su-periori tubi latentes; la C. oblongifolia Mut.filamenta brevissima, antheras infra medium tubisitas. La Cinchona ovalifolia Mutis, la Chinabianca, varia spesso da 6 a 7 stami; la C. con-daminea solamente da 3 a 4. Nella prima il limbus ha il più comunemente 6 o 7 incisioni;nella seconda più spesso ne ha 4. Nella Ca-scarilla fina della provincia de Jaen, che Bon- |149| pland in breve descriverà, trovai l’antera co-stantemente più breve della parte libera delfilamento, e questa parte libera di nuovo piùlunga della parte nascosta nel tubo della co-rolla; mentre nella Cascarilla fina di Uritu-singa, ossia nella C. condaminea, le antere eranoil doppio più lunghe della parte libera del fila-mento, e questa parte libera due terzi più cortadella parte nascosta. L’indicazione di questirapporti manca quasi totalmente nelle altrondeeccellenti descrizioni della Cinchona di Vahl,di Swartz e degli autori della Flora peruviana. In commercio molte scorze sono denominatecorteccie di China, che non appartengono almedesimo genere di Cinchona. Così chiama-vasi in Ispagna Quina de la Guayana o de la Angostura l’ottimo rimedio scopertoci dai Cap-pucini Catalonesi delle missioni al fiume Ca-rony. Mutis conobbe la prima volta la cortec-cia di Angostura nel 1759 in Madrid pressodon Vincente Rodriguez de Rivas (1); ne usònella sua pratica; e sino d’allora sospettòche non appartenesse al genus Cinchona. Loe-fling morì nelle missioni di Carony senza co-noscere questo prezioso prodotto, il quale vennedappoi attribuito ora alla Brucea ferruginea propria dell’Abissinia, ora alla Magnolia glau-
(1) Pubel periodico de Santa Fe. N. 97. p. 337.
|150| ca, ora, e con più verisimiglianza, alla Ma-gnolia Plumeri delle Indie occidentali. Nella no-stra spedizione ebbimo occasione di esaminarei caratteri botanici della pianta Cuspa ondetraggesi la corteccia di Angostura; e vi sco-primmo un nuovo genere, cui il celebre no-stro amico Willdenow negli Atti dell’ Accade-mia delle scienze, ad onore del mio compa-gno di viaggio impose il nome di Bonplan-dia (1); nome che gli venne conservato, poi-chè abbiamo cambiato la Bonplandia geminiflora del Messico introdotta da Cavanilles in Cal-dasia heterophylla.
Dalla Cinchona parimenti diversa è la chinadi Cumana, spedita nella Spagna quattro o cin-que anni fa sotto il nome di Cascarilla deNueva Andalusia da quell’indefesso Governatoredon Vincente Emparan. Un chimico distingue-rebbe difficilmente questa corteccia di Cuspadalla vera corteccia di china. Essa è un ottimofebbrifugo. Ma per quanto osservassimo la piantaCuspa di Rio Manzanario presso Cumana per lospazio di circa un anno, non ci venne giammaifatto di rinvenirne i fiori; ond’è, che non sappia-mo ancora per quali caratteri il genere Cinchonadifferisca dal genere Bonplandia, benchè la man-canza delle stipole, la direzione delle foglie,
(1) Samml. deutscher Abhandl. fuer 1801 und 1802 p. 36.
|151| e l’intero habitus inducano forte sospetto,che la Cuspa non sia per nessun conto Cin-chona. La mancanza delle stipole è quivi il ca-rattere più significante: poichè ad onta dellefoglie alterne potrebbe la china di Cumana es-ser tuttavia Cinchona, nella stessa guisa cheil Cornus alternifolia sta isolato tra dodici spe-cie di Cornus foliis oppositis.
Neppure ci fu possibile di assicurarci sela corteccia di China di Atacamez, villaggiosituato a ponente della villa di Ibarra sullecoste del mare del sud tra Rio verde e RioEsmeraldita, ottengasi veramente da una spe-cie di China. I suoi fiori, che vidimo sog-giornando nella città di Popayan, non furonoancora esaminati da alcun botanico, eccettua-te le poche notizie dateci nella monografia di Lambert da Brown, il quale nel 1793 trova-vasi nel mare del sud; ma che per inesperienzageografica, o per istravolgimento del nome chia-molla Bark of Tecamez invece di Cascarilla of Atacamez. Un quarto genere di piante che somministranocorteccia di china è il genus Cosmibuena dellaFlora Peruviana, sotto cui è compresa la Cin-chona longiflora Mutis, ossia Cinchona gran-difolia Ruiz, pianta di sorprendente bellezzache vidimo spesso pompeggiare con vaghi fioriolezzanti in profonde e ardenti valli. Gli stami |152| giacciono profondamente nascosti nel tubo dellacorolla, e i semi assomigliano quelli delle al-tre specie di Cinchona in guisa, che difficil-mente alcuno potrebbe persuadersi di fare del genus Cosmibuena un genere particolare. Per lo contrario sarebbe forse lodevole pro-getto, di riunire in un quinto genere partico-lare analogo alle cinchone le piante di Chinaa stami molto sopravanzanti il tubo della co-rolla, siccome sono la C. caribaea di Jacquin, la C. angustifolia di Swartz, la C. brachycarpa e la C. floribunda. Le sette specie quivi spettantihanno lo speciale carattere di abitare tutteindistintamente isole, cioè le isole Filippi-ne, le isole delle Indie occidentali e delmare del Sud, valli cocenti, e prediligere ilpiano a’luoghi montuosi. Nel continente dell’A-merica meridionale non conosco che due spe-cie che hanno stamina exerta, la C. longiflora di Lambert della Guyana francese, e la C.dissimiliflora Mutis non ancora descritta (sta-minibus longe exertis, corollae laciniis tubo lon-gioribus, foliis cordato oblongis), la quale nelregno di Nuova Grenada discende sul pendiode’monti verso il piano sino a 200 tese soprail livello del mare. Nelle Indie occidentali tro-vasi la C. caribaea e la C. angustifolia in puntiancora più profondi, persino ne’luoghi chehanno la temperatura opportuna per la colti- |153| vazione delle canne da zucchero. Tutte codestecinchone delle isole, staminibus exertis, hannocorolle liscie, e tutte, non eccettuata l’unica C. philippica (1) pedunculis biternato corymbosis, scoperta da Nee a Santa Cruz de la lagunapresso Manilla, hanno stigma capitatum o obtu-sum: mentre in tutte le cinchone staminibusinclusis, rimarcasi uno stigma partito, e la co-rolla or liscia ora villosa. Già Mutis nella Gaz-zetta letteraria di Santa Fe propone, di se-parare le cinchone a lunghi stami sopravan-zanti molto il tubo della corolla dalle restanti.«Io non so, dic’egli, che ne pensasse il mioamico Linneo delle corteccie di China del maredel Sud: l’essere esse ricevute nel supplimento dimostra solamente l’assenso del figlio, la cuiopinione non ha per me lo stesso valore delleopinioni del padre.» Gli autori della Floraperuviana vorrebbero ridurre queste cinchonedelle isole alle Portlandie (2); ma Swarz dimo-stra con ragione nel Giornale per la botanica di Schrader (3), che nelle cinchone delle isole, comein quelle del continente, la capsula ha un disse-pimentum loculorum exacte parallelum, e nella Port-landia un dissepimentum vere contrarium: ragione
(1) Cavanilles Icon. T. IV. p. 17. tab. 329.(2) Flor. peruv. T. II. praef. p. 49.(3) Band I. p. 378.
|154| per cui la Portlandia corymbosa di Ruiz non puòessere vera Portlandia, ma vuolsi comprenderetra le cinchone filamentis e basi tubi ortis, cioè C. caribaea, C. floribunda, e C. brachycar-pa, gruppo di piante che Swarz similmente amotivo dei fiori e non dei semi vorrebbe riu-nire in un genere particolare. A dir vero la C. excelsa, che ha foglie lunghe spesso 12pollici e larghe 4, scoperta nelle Indie orien-tali, e che sta come trammezzo alle cinchonedelle Indie occidentali e dell’America meri-dionale, parrebbe dissuadere la proposta sepa-razione de’due generi. Però la C. excelsa Roxb. è meno analoga alle cinchone delle isole, chealle cinchone di Nuova Grenada e del Perù: corolla pubescenti, staminibus medio tubi insertisnec e basi tubi nascentibus, antheris nec fila-mentis exertis, margine seminum lacero haudintegro. Le antere in questa specie delle Indieorientali sono otto volte più lunghe dei fila-menti. Dalla forma dei semi ben difficilmentepotrebbe desumersi alcun carattere per riunirele cinchone delle isole in un genere particolare.Esse distinguonsi dalle corteccie di China delcontinente dell’America meridionale (1): Val-vulis minus extrorsum divergentibus et recepta-culo ovato nec lineari, seminumque margine inte-
(1) Schrader op. cit. p. 359.
|155| gro nec lacero. I semi, oltre il margine liscionè intaccato, che trovai quasi costante, pre-sentano nelle restanti forme variazioni appenasensibili; che le une alle altre, come in unacatena, tutte le chine riuniscono. Per il nuovogenere delle cinchone delle isole, abitanti lepianure delle regioni calde, vi resterebbe an-cora, corolla glabra filamentis longe exertis exbasi tubi nascentibus. Semina margine integro cin-cta. Stigma simplex capitatum. Ma vuolsi osser-vare. 1. Che molte cinchone staminibus inclusis, e la C. grandifolia Ruiz hanno corollam glabram. 2. Che la C. philippica ha filamenti sopra-vanzanti molto il tubo della corolla, stigma bi-lamellatum, e probabilmente semina margineintegro cincta. 3. Che la C. excelsa ha stigmasubcapitatum leviter emarginatum, e semi nonintaccati, nè filamenti risorgenti fuori del tubodella corolla: eccezioni tutte, le quali rende-ranno mai sempre ardimentoso troppo il ten-tativo di separare generi naturali di piante co-tanto analoghi.
Estranea al genere Cinchona sembra pure aprimo aspetto la singolare C. spinosa dell’isoladi S. Domingo, per le sue foglie meravigliosa-mente minute, e spesso ternoverticillate; epiù ancora lo sembra, per il colore dalle verepiante di China diverso, un’altra Cinchonaspinosa, che nasce sulle coste del mare del |156| Sud presso Guayaquil, e fattaci conoscere dalsig. Tafalla nel soggiornar che fecimo colànell’inverno del 1803. Quest’ultima specie nonper anco descritta, è una pianta a vitichj, equindi in qualche maniera analoga al genusDanais del Madagascar, che Persoon riducealla Portlandia, poichè la Paederia fragrans rassomigliante la Cinchona è stata disgiuntadalla Paederia foetida. I semi di questa nuova C. scandens di Tafalla, sono nel resto dell’in-tutto simili ai semi della Cinchona febbrifuga:onde può questa pianta risguardarsi come unode’più singolari fenomeni della fisonomia ve-getabile. La somiglianza dei semi delle vere Cincho-ne, ci conduce alla considerazione della Pinkneapubescens Michaux (1), pianta, che vidi colti-vata assieme alla C. caribaea nel ricchissimogiardino botanico del sig. Hamilton in Fila-delfia. La Pinknea cresce lungo il fiume delle Marie nella provincia della Georgia, ed èstata descritta da Batram propter calycis laci-niam unicam foliaceam bracteaeformem sotto ilnome di Mussaenda bracteolata. Se questa piantaanaloga al genere Cinchona, e abitante fuoridelle tropiche regioni possegga forza febbrifuga,ignorasi tuttora. Walker bensì, in due eccel-
(1) Flor. Americana I. p. 109.
|157| lenti dissertazioni, ha dimostrato, che la cor-teccia del Cornus florida della Virginia, equella del C. sericea di Pensilvania, della Sud-Carolina, e perfino del Liriodendron Tulipifera po-trebbero vantaggiosamente usarsi nell’Americasettentrionale come rimedio febbrifugo (1).Nel Regno di Nuova-Spagna, dove non si èsinora scoperta alcuna specie di China, l’I-spettore del giardino botanico dell’Accade-mia del Messico mi ha assicurato, che allaChina di Loxa vi si può supplire colla Portlan-dia mexicana, ritrovata da Sesse e non peranco descritta; e nelle Indie orientali, secondoil Dott. Klein in Tranquebar, colla Swietenia fe-brifuga disegnata da Roxburgh. Anche la cortec-cia di China della Guyana francese, conosciutain Francia sotto il nome di écorce fébrifuge deCayenne, deriva da una pianta molto analogaalla Portlandia, Portlandia hexandra di Swarz e Jacquin, (Coutarea speciosa di Aublet) (2) e nongià da alcuna cinchona, siccome abbiamo fattovedere, che da cinchone neppure deriva la cosìdetta China di Cumana o la Cuspa dell’An-gostura.

(1) Walker on the virtues of the Cornus and the Cinchonacomparated. Philad. 1803. Roger diss. on the proprieties ofthe Liriodendron. Philadel. 1802.(2) Ventenat Tableau du regne végétal. T. II. p. 378.
|158| Fin qui dei caratteri generici delle pianteanaloghe alla cinchona, e tutte spettanti allagrande famiglia delle Rubiacee. Nella stessaguisa, che vediamo il Caoutchouc (1) sepa-rarsi in copia dal sugo di piante assai differen-ti; in Orinoco e nella Cayenna dall’Hevea, nel Canno Pimichin che cade nel Rio Negro,dalla pianta Jacio, nel Regno di Nuova Gre-nada da una nuova specie di Fico, nella pro-vincia Popayan presso l’indiano villaggio laCruz da una Lobelia che in appresso descrive-remo, a Bengala dall’Urceola elastica dise-gnata nel 5 volume delle Asiat. Researches, nel Madagascar dalla Commiphora madagasca-rensis; nella stessa guisa offre la natura ilprincipio febbrifugo della China, ossia quelmescuglio ricco di concino e avido di ossigeno,che noi di eminente bontà troviamo nella C. condaminea, nella C. pubescens Vahl e nella C. lanceifolia Mutis, in piante, che per nessunconto appartengono al medesimo genere. Unchimico forse vi troverebbe maggiori differenzetra le corteccie febbrifughe delle Indie occi-
(1) Si nomina spesso la Cecropia peltata come una pianta,che somministra una parte del Caoutchuc di America. Maio dubito che in alcuna parte del nuovo Continente si im-pieghi a qualche uso questo sugo cotanto difficile da con-densarsi.
|159| dentali e dell’America meridionale, che tra laCuspa di Cumana e la China di Loxa; ep-pure la pianta di Cuspa foliis alternis stipulisnullis, è verosimilmente un genere meno ana-logo alla Cinchona.
(sarà continuato).

A. O.

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Delle foreste di China nell’America meridio-nale, di Alessandro de Humboldt (Vedi ilnum. V. pag. 145).

Indicate con accuratezza le piante che hannoqualche analogia botanica colla Cinchona, equelle sostanze che in commercio sono pressodiverse nazioni conosciute sotto il nome diChina, di Cascarilla, di Quinquina o écorcefébrifuge; distinte le Cinchone che hanno stamirinchiusi non risorgenti dal fondo del tubo dellacorolla, stigma diviso e semi con margine den-tato, dalle Cinchone delle isole, i cui lunghistami nati profondamente dal tubo della corollahanno stigma intero e semi con margine liscio;esaminata l’affinità e la supposta identità digenere tra la Cinchona, la Portlandia, laCoutarea, la Cosmibuena, la Pinkneya, la Da-nais, la Bonplandia, la Cuspa e la pianta di Atacamez; uopo è che ci facciamo a determi-nare quelle specie di Cinchona, che per ilcommercio e la medicina sono divenute piùimportanti. Senza un’accurata analisi de’carat-teri specifici, e senza rettificare una parte dellasinonimia, quanto sono per dire intorno allapropagazione geografica della corteccia febbri-fuga, e i suoi rapporti fisici, sarebbe rimastooscuro ed equivoco, poichè, come già dissi su-periormente, quasi a ciascuna specie è stata as- |187| segnata una particolare regione, ed alcuni bo-tanici con grave danno della scienza hanno colmedesimo nome indicate le più eterogenee spe-cie. A cagion d’esempio la Cinchona longiflora Mut. e la C. longiflora Lambert, hanno amen-due corollam glabram, e spettano tra le Cin-chone meno febbrifuge e proprie de’climi cal-di, e sono tuttavia tra loro diversissime. Laprima, di Nuova Grenada, ha stamina inclusa, ed è verosimilmente identica colla C. grandi-flora Flor. Peruv.; al contrario la C. longiflora di Lambert, della Guyana Francese, appartienealle specie che hanno filamenta longe exerta ecapsule brevissime. La C. caribaea Jacq. è puredell’intutto diversa dalla C. caribaea descrittanel Journal de Physique october 1790. Le se-guenti diagnosi non sono ricopiate da opere altrui:in parte sono frutto delle mie proprie osserva-zioni istituite da me medesimo sulla natura, e inparte dell’istruttiva conversazione col Sigr. Mutis. Caratteristica di alcune specie di Cinchone. Vahl nella sua Monografia ampliata da Lam-bert divide tutte le specie in due gruppi dipiante: floribus tomentosis staminibus inclu-sis, e floribus glabris staminibus exertis. Que-sta divisione ha il difetto di riunire due carat-teri non sempre osservabili allo stesso tempo intutte le Cinchone conosciute: poichè, se da unaparte non havvi Cinchona floribus tomentosis |188| con stami molto risorgenti all’infuori del tubodella corolla (nelle specie delle Indie Orien-tali essendo visibili solamentele antere), perl’altra ve n’ha di quelle la cui corolla è liscia, erinchiusi sono gli stami, quali p. e. sono la C. parviflora Mut. e la C. grandiflora Flor.Peruv. La divisione in Cinchone staminibus in-clusis, stigmate bilamellato, seminum ala den-ticulata vel lacera, e in Cinchone filamentisinsertis ex imo tubo nascentibus, seminibusmembrana integra cinctis, benchè un poco piùesatta, sembra però meno giusta logicamentedella divisione in Cinchone che hanno la co-rolla liscia, e in quelle che l’hanno pelosa:dappoichè con quest’ultimo ordine il primospartimento soltanto si scomporrebbe secondola lunghezza degli stami in due picciole tribù, cuiindi seguirebbero tutte le specie febbrifuge in ungruppo, vantaggio per verità solamente secondario. A cinchonae corollis tomentosis 1. C. Condaminea, corollae tubo hirto, foliisovato-lanceolatis utrinque glaberrimis, in axil-lis nervorum interne scrobiculatis. Humb. e Bonpl. Plant. Équin. Fasc. II. p. 29. tab. 10. Questa specie, la China fina di Uritusinga,si distingue dalla C. glandulifera Flor. Peruv. con cui unicamente potrebbe scambiarsi, dall’ |189| avere quest’ultima la corolla solummodo intuslanuginosa, tubo externe glaberrimo, foliisinferne villosis (1) e dall’annoverarsi dagli abi-tuati di Chicoplaya, i quali la chiamano Casca-rilla negrilla, tra le specie meno efficaci di China. La corteccia di Cascarilla fina di Uritusingaè da tempo immemorabile vantata nelle Spagnecome il più sicuro rimedio contra la terzana;in oggi è unicamente riserbata per uso dellafarmacia regia, e quindi per ordine supremoesclusa dal commercio. Questa è la pianta che sopra ogni altra merite-rebbe il titolo di C. officinalis; se di denominarladalla sua bontà ed efficacia medicamentosa nonce lo vietasse l’osservare: 1. che non una matutte le specie di Cinchone a fiori pelosi o ve-luta ti sono officinali, e che alcuna specie nonmerita assoluta preferenza nell’uso medico, con-venendo secondo diverse forme di mali or que-sta or quella specie; a cagione d’esempio nellefebbri intermittenti ostinate la C. condaminea, nelle vaste suppurazioni la C. lancifolia Mut., enella reconvalescenza ad oggetto di prevenirele ricadute la C. cordifolia Mut. come più mi-te: 2. che, avendo diversi botanici chiamato C. officinalis la C. cordifolia Mut., la C.macrocarpa Vahl e la C. nitida Ruiz, l’im-
(1) Flor. Peruv. t. 3, p. 1, t. 224.
|190| porre questo nome esclusivamente alla China finadi Uritusinga avrebbe facilmente dato luogo aconfondere queste tre distinte specie.
Quest’ultimo punto, egualmente importanteper la sinonimia che per la materia medica, ciconduce a ricercare qual pianta descrivesse Lin-neo nella 12.ma edizione del Systema Naturae sotto il titolo di C. officinalis. L’opinione di Vahl (1) che sia la sua C. macrocarpa del Regnodi Nuova-Grenada mandata a Linneo da Ortega,non è plausibile; perchè questa tale sua C. ma-crocarpa non è altro che la nostra China biancadi S. Fe a grandi fiori, C. ovalifolia Mutis, laquale secondo la testimonianza di Mutis non fugiammai veduta da Linneo. Il gran botanico diKopenhaghen, la cui morte prematura sarà com-pianta da tutt’i botanici, fu indotto in erroredal sapere: 1. che Linneo prese posterior-mente la descrizione della C. officinalis da esem-plari ricevuti da Santa Fe; e 2. dal supporrefalsamente che tutte le foreste di China sco-perte da Mutis ne’contorni di Santa Fe, risul-tassero di China bianca, ossia di C. macro-carpa. Linneo sotto la denominazione di C. offici-nalis comprese, come si disse di sopra, duespecie di piante affatto eterogenee. Mutis mi
(1) Act. Haun. I., p. 19. Lambert p. 22.
|191| ha più volte assicurato verbalmente, che l’esem-plare secco ond’egli ne ricopiò la diagnosi eraChina gialla, C. cordifolia Mut., la medesimaspecie che Vahl chiama C. pubescens, una va-rietà della quale ha folia utrinque glabra. Esiccome la specie descritta da la Condamine nelle Memorie dell’Accademia per il 1738 èstata da Linneo indicata qual sinonimo, è dun-que evidentemente manifesto, ch’ei ha riunitouna specie di S. Fe con altra esclusiva de’con-torni di Loxa.
Ruiz nella Quinologia (1) chiama C. offici-nalis una specie, che dappoi nella Flora peruv. descrive sotto il nome di C. nitida. Credeva al-lora che questa pianta delle foreste di Huama-lies e di Xauxa, quindi lungi da Loxa, tra il10°—12° di latitudine meridionale, fosse laChina descritta da la Condamine: ma nel sup-plimento alla Quinologia pag. 68 si riconvennedell’errore. In fatti la C. nitida, ossia la C. of-ficinalis di Ruiz, non è altro che la Cascarillanaranjanda di S. Fe, ossia la C. lancifolia Mut. In memoria di quegli che primo descrisse laChina fina di Uritusinga, l’abbiamo chiamata C. condaminea. Il titolo di C. officinalis nonci parve convenire, a motivo che questo stessonome è stato dato a quattro differenti specie,
(1) Cascarilla officinal. Quinologia art. II, p. 56.
|192| cioè, a questa China fina di Uritusinga, alla C. pubescens Vahl, alla C. nitida Ruiz, e alla C. macrocarpa Vahl. Il sentimento di Ruiz che lapianta, oggidì chiamata in Loxa Gascarilla fina,fosse ignota all’astronomo francese, è smentitodalla concorde testimonianza di tutti gli abitantidi Loxa, Caxanuma e di Uritusinga, non menoche dalle osservazioni comparative fatte da Bon-pland tra la nostra C. condaminea e gli esem-plari raccolti da Jussieu e da la Condamine tut-tora conservati a Parigi nell’erbario che portail nome del primo. Non vi restò più alcun dub-bio sulla identità della specie.
La C. condaminea non è stata sinora che im-perfettamente descritta, perchè, a guisa della Myristica, del Caryocar amygdaliferum e dimolti altri preziosi prodotti delle regioni tro-piche, non si trova che in un picciolissimo spa-zio. Ruiz, Pavon, Tafalla, Nee, Haenke, Mutis nè alcun altro botanico videro questa pianta nelsuo luogo natio; onde non voglionsi considerareche come immagini imperfette quelle che di essaoccorrono nelle Mém. de l’Academ. del 1738,p. 114, nell’Encyclopédie di Lamarck, pl. 164,fig. 1, in Vahl Skrivt. af Naturh. Selskabet 1,tab. 1, e nella Monogr. di Lambert, tab. 1. Intutte vi è stato fallito il vero carattere delle fo-glie: e sarebbe imprudenza l’addurre questa si-nonimia finchè ci sono ignoti gli esemplari cheloro hanno servito di modello. |193| La nostra C. condaminea cresce tra il quartogrado di latitudine meridionale all’altezza mediadi 900 a 1200 tese sul pendio de’monti. Amaun clima un poco più temperato della Chinacolor d’arancio, la C. lancifolia Mut. di S. Fe,dove la media temperatura è di 19 a 16° di R.,pressappoco eguale alla temperatura media delleisole Canarie. Io trascrivo quivi la diagnosi, dame abbozzata in Gonzanama, la quale, obbliatatra manoscritti astronomici, fu ommessa dal sig. Bonpland nell’edizione del secondo Fascicolodelle Plant. Équinoxiales. Calix tubulosus basi angustatus sub-5-gonussubhirtus ore, 5-dentato, dentibus ovatis acumi-natis patentibus. Cor. hypocrateriformis, tubo cy-lindrico rubro laevissimo hirto 5-gono (ad basinpersaepe fisso), limbo 5-fido saepissime 4-fido, laci-niis ovatis acutis, apice et margine ciliatis vel to-mentosis, ciliis albis. Faux corollae et totius tubipars interior rubra, 4-fida; saepius stamina quin-que numeravi. Filamenta ex rubro albescentia,imo tubo adnata, cum eo cohaerentia, tertiamtubi partem aequantia, eademque tantum tertiasui longitudinis parte libera. Anthaerae flavaelineares, parte libera filamenti duplo longiores. Germen rotundum subdepressum rubescens, saepepunctatum et 5-sulcatum. Stylus fere longitudinetubi crassus, teres. Stigma tubum vix superans,viridescens, compressum, bifidum, saepe bipar- |194| titum. Capsula calice coronata, oblonga, floretertia parte longior, bipartibilis, striato-costata,de medio hiscens, dissepimento parallelo. Semina plura, compressa, ala membranacea crenulata uni-ta. — Rami cicatrisati post casum foliorum, sub-4-goni, juniores glaberrimi, subpulverulenti. Fo-lia petiolata; decussatim opposita, lanceolata ob-tusa acuta, integerrima, utrinque viridia, nullisvenis rubris picta, fere laurina, glaberrima, inaxillis nervorum inferne scrobiculata. Glandu-lae nullis pilis obsitae, convexitate in paginasuperiori folii conspicua, venas altitudine supe-rantes. Pagina folii inferior scrobiculum demon-strat. Petioli saeperubescentes, superne plani, in-ferne teretes. Stipulae deciduae, oblongae, cari-natae. Panicula axillaris et terminalis, folio lon-gior, floribus brevi pedicellatis." In una pianta per la prima volta fiorita lagrandezza delle parti è quale segue, in misuradi Parigi: calice 1 \( \frac{7}{10} \) linee lungo; corolla 5 \( \frac{4}{10} \) linee; capsula 8 lin. lunga e 3 \( \frac{1}{2} \) lin. larga. Fo-glie senza picciolo cresciute rette, 4 poll. 3lin. lunghe, e 1 pol. 9 lin. larghe. Le fogliegiovani sono spesso lunghe cinque pollici; 4pollici, 7 linee è la massima larghezza a cuiarrivano. La C. condaminea varia grandemente nellaforma delle foglie innanzi fiorire. Nelle piantemolto giovani si osservano spesso folia lato-ovata |195| e ovato-lanceolata. Coll’invecchiare della piantale foglie diventano vieppiù picciole; e nel mas-simo vigore dell’accrescimento assai sovente scom-pajono quelle fossette, che, guardata la foglianella parte superiore, rassembrano convesse ghian-dolette. Nelle foglie larghissime, il cui Parenchyma è molto espanso, mancano quasi per intero. Pureanco in questo caso hannovi sempre sul mede-simo ramo alcune foglie scrobiculate. 2. C. lancifolia foliis lanceolatis acutis utrin-que glaberrimis. Mutis period. de St. Fe, p.465 (et Flora Bogot. Mss.). In Santa Fe si co-nosce sotto il nome di Quina naranjada, Quin-quina orangé, ossia China color d’arancio. Dopola C. condaminea è la più febbrifuga; ed èquesta la specie che Mutis nella sua Quinologiachiama China primitiva direttamente febrifuga, perchè la preferisce alle tre seguenti, e perchèegli crede, erroneamente però, che la China finadi Uritusinga sia identica colla Quina naranjadadi Nuova-Grenada. La C. lancifolia ha fogliepiù picciole di tutte le altre specie di china corollis tomentosis, e costantemente lisce; alcontrario della china bianca e gialla, le cui fo-glie sono talvolta pelose per la varietà dei luoghi. La Quina naranjada ama un clima rigido;cresce tra il quarto e quinto grado di latitudinesettentrionale sul pendio de’monti all’altezza di700 a 1500 tese. La media temperatura di que- |196| sta situazione è pressappoco eguale a quella diRoma, di 13°. R. Quelle piante però di China,che si accostano maggiormente alla sommità deimonti, hanno spesso una temperatura di 8° 9.°Durante il freddo notturno il termometro inquesti boschi alpestri discende sino al puntodella congelazione: ma sino all’altezza di 1900tese non nevica mai in questa latitudine. La Quina naranjada è come la C. condami-nea una delle più rare specie di China. Persinonel regno di Nuova-Grenada vi si trova inmolto minore quantità che la China rossa egialla, le quali vi formano de’cespugli; al con-trario della C. lancifolia, la quale sta sempreisolata; e per somma disavventura, è anco menfacile a propagarsi per polloni di queste. Nelle Monografie di Vahl e di Lambert nonsi trova fatto cenno di questa Quina naranjadadi S. Fe: n’è però incontrastabilmente un si-nonimo la Cinchona angustifolia Ruiz, di cuise ne vede la figura nella pag. 21 del Suppl. ala Quinologia. Fa in vero meraviglia, che unbotanico così diligente quanto Ruiz scambiassel’antico nome di Mutis di C. lancifolia in C.angustifolia, che finora è stato dato da Swartz ad una nota Cinchona delle isole cor. glabris,staminibus longe exertis. Il professor Zea crede, e parmi con fonda-mento, che molte spezie della Flora Peruviana |197| siano solamente diversi stati della Quina na-ranjada, dipendenti dall’età, dal clima e dalluogo. Così sembrano varietà della C. lancifoliaMut. 1. la C. nitida Flor. Peruv. II. Icon. t.191 (Ruiz Quinolog. II. p. 96.) Cascarillaofficinal. di Ruiz., 2. la C. lanceolata della Flor.Peruv. II. p. 51, e la C. glabra Ruiz Quinol.II. p. 64, la Cascarilla lampina, di cui non havvialcuna figura. A queste vorrebbe Zea aggiun-gere anco la C. rosea Flor. Per. II. Ic. 199, spe-cie che deve essere la più rara nel Perù, chediscende nelle più profonde valli (1), fenomenoper verità che non troppa combina colla na-tura della C. lancifolia. La corteccia febbrifuga di eminente efficaciacelebrata in Cadice sotto il nome di Calisayaappartiene secondo Mutis alla C. lancifolia. Ruiz nella Quinologia la considerava qualesinonimo della sua C. glabra; ma nell’operacritica contro Zea ritirò quest’opinione, ed as-sicura non crescere intorno Huanuco alcunaspecie, la cui corteccia rassomigli a quella dellaCalisaya. Del resto il nome di Calisaya è quellodella provincia in cui nasce, e che giace nelPerù meridionale nell’Intendencia della Paz. Della China color d’arancio, come in gene-rale delle tre seguenti specie di Mutis, della
(1) Ruiz, Supp. à la Quinalog, p. 54.
|198| gialla cioè della rossa e della bianca, se netrovano le figure nell’opera recente di Ali-bert (1), ricopiate da esemplari secchi, definitida Mutis, e somministrati da Zea dal suo proprioerbario durante il suo soggiorno in Parigi.
3. C. cordifolia, fol. orbiculato-ovatis saepesubcordatis subtus tomentosis supra pubescen-tibus, Mutis, Mss. Quina amarilla, QuinquinaJaune, China gialla; la specie che Linneo hadescritto nel Syst. Nat. T. II. ed. 12. p. 64sotto il nome di C. officinalis. Nella C. cordifo-lia e nella C. lancifolia risorgono le antere sinoalla parte suprema della corolla; al contrario quelledella China rossa (C. oblongifolia) sono pro-fondamente rinchiuse nella parte media del tubo.La C. cordifolia ha due varietà: 1. foliis vixcordatis utrinque glabris: 2. foliis utrinquehirsutis, chiamata dal volgo nel regno di NuovaGrenada China cannellata. Cresce tra il 4.° dilat. settentrionale all’altezza di 900 a 1440 tese.Le foglie cuoriformi sono rare: havvene peròquasi costantemente in ogni ramo. La C. cor-difolia Mut., secondo le osservazioni di Bonpland instituite nell’erbario di Jussieu, donde ebbe Vahl il suo esemplare, è identica colla C. pu-bescens di quest’ultimo. Giuseppe di Jussieu raccolse cioè nel 1738 questa specie di China
(1) Traité des fiévres ataxiques, 2 édition.
|199| e la nostra C. condaminea nelle foreste di Loxa-Anco la C. ovata Flor. Per. II. t. 195. Casca-rilla pallida Ruiz, Quinolog. art. 7 pag. 74,chiamata ne’dintorni di Pozuzo Pata de Gual-lerata, è pure un sinonimo della C. cordifolia Mutis. Ruiz e Pavon ne hanno essi medesimi te-stè riconosciuta l’identità (1).
4. C. oblongifolia, foliis oblongis acuminatisglabris, filamentis brevissimis, antheris inframedium tubi latentibus. Mut. Mss. Quina roxa,Quinquina rouge de S. Fe. Differt a C. lan-cifolia 1. foliis latioribus majoribus oblongisnec lanceolatis. 2. antheris haud in summo tubolatentibus. Cresce tra il 5.° di lat. settentrionale all’al-tezza di 600 e 1300 tese: abbonda specialmentenel regno di Nuova-Grenada ne’dintorni dellapicciola città di Mariquita, dove lungo tempo restòil sig. Mutis durante la sua spedizione botanica.Porta spesso frutti molto più grossi della Chinabianca, C. ovalifolia, onde con maggior ragionedi questa meriterebbe il nome di macrocarpa. Lasua corteccia è meno febbrifuga della scorza della C. condaminea e della C. lancifolia; lo è piùdella China gialla; C. cordifolia. È molto irri-tante per le costituzioni deboli, e quanto dan-nosa nelle malattie steniche altrettanto benefica
(1) Supp. à la Quinolog. p. 18.
|200| usata esternamente nelle malattie muscolari,nelle piaghe cancrenose ed ulcere maligne.
Ruiz medesimo conviene che la C. oblongi-folia Mut., ossia la China rossa di S. Fe, èidentica colla China gialla, Cascarilla ama-rilla Quinol. art. 6, p. 71, ossia C. magnifo-lia Flor. Peruv. II. Ic. 196, la quale a mo-tivo dell’odore di arancio de’fiori è chiamatanel Perù Flor de Azahar, e nel Popayan Palo de requeson. (1). 5. C. ovalifolia, fol. elipticis supra glaber-rimis subtus pubescentibus, antheris in partetubi superiori latentibus, filamentis vix ullis.Mut. Mss. Quina blanca, Quinquina blanc. China biancadi S. Fe. Var. 1. fol. utrinque pubescentibus. 2. fol.utrinque laevibus. Queste varietà, e specialmentela prima, hanno spesso corollam 6-7-lobam,stamina 6-7. Cresce tra il 3 e 6 grado di lat. settentrio-nale, all’altezza di 700 a 1400 tese. La varietàa foglie lisce è assai comune ne’contorni diS. Marta. Ruiz e Mutis (2) riconoscono eglinomedesimi come sinonimo la C. macrocarpa Vahl (Lambert p. 22. pl. 3). Tra le Cinchone a
(1) Period de S. Fe, p. 333.(2) Suppl. pag. 18.
|201| corolle pelose è quella che porta i fiori piùgrandi. Non vuolsi però confonderla colla C.grandiflora Flor. Peruv. II. p. 54. (Cosmibuenaobtusifolia Flor. Per. III. t. 198) che ha lacorolla onninamente liscia.
6. C. brasiliensis foliis oblongis acuminatis,venis subtus pubescentibus, panicula terminali,tubo calicis longitudine. Willd. Mss. È questa una specie a fiori picciolissimi, dicui, unitamente alla C. longiflora Aublet e Lam-bert della Guyana Francese, siamo debitori,siccome è stato superiormente avvertito, al contedi Hoffmansegg. È l’unica scorza febbrifugascoperta sulle coste dell’America meridionale.Non si sa positivamente qual sia l’altezza delsuo luogo nativo; siccome però è stata speditadalle vicinanze della città di Gran Para, dovenon hannovi che collinette, v’è ragione percongetturare ch’essa appartenga alle Cinchonedelle regioni calde. Il carattere ritrovato da Willdenow, tubuscorollae longitudine calicis, distingue questaCinchona dalle altre fin qui descritte. Fauxcorollae hirsuta; pili rari breves in laciniarumcorolla interiori superficie adpressi. 7. C. excelsa, corolla pubescente, filamentise medio tubi nascentibus, antheris exertis,foliis oblongis acutis subtus pubescentibus. Roxb.,Plant. of the Coast of Coromandel II. t. 106. |202| La sola scorza febbrifuga scoperta nel vecchiocontinente: a motivo della sua amarezza non èstata finora adoprata per uso medico. Ha fioripicciolissimi bianco-verdognoli, e più d’ognialtra Cinchona foglie grandissime, lunghe tal-volta 1 piede e larghe 5 pollici. I filamenti sonootto volte più brevi delle antere. La C. excelsa, Bundaroo degl’Indiani diTelinga, cresce sulla catena de’monti che scor-rono tra levante e settentrione della costa dellagrande penisola dell’Indostan. Retzius, sopranotizie ricevute da König, ha parlato di unaCinchona di Malacca, rimpetto alla costa diCoromandel, che somministra la vera terra Ja-ponica, detta Cottu Cambar, specie di pro-dotto vegetabile, che fu per lungo tempo er-roneamente attribuito alla Mimosa spicata Pluck. Questa Cinchona di Malacca non sarebbe peravventura una specie diversa dalla C. excelsa? B cinchonae corollis glaberrimis. a. Staminibus inclusis. 8. C. grandiflora, tubo corollae longissimo,fol. lanceolato oblongis utrinque glabris. Io ho ritenuto l’antico nome della Flor peruv.benchè Ruiz chiami questa specie Cosmibuenaobtusifolia (Flor. per. vol. III). Essa è iden-tica colla C. longiflora Mut., denominazione la |203| quale arrecò non poca confusione, perchè contal nome fu già chiamata da Lambert la cor-teccia febbrifuga delle isole, stam. longe exertis, descritta nel Journal de Physique sotto il titolodi C. caribaea. La nostra C. grandiflora ha fiori odorosi gra-tissimi: cresce nelle regioni calde a due o tre-cento tese di altezza sopra que’monti la cuimedia temperatura è di 18—19 gradi. 9. C. parviflora, fol. ovatis glabris, filamentisbasi dilatatis et pubescentibus Mut. Mss. I semi di questa Cinchona sono più piccioliche in ogni altra. b. Staminibus exertis. 10. C. dissimiflora, foliis cordato-oblongisglaberrimis, limbo corollae tubo longiori, cap-sulis sublinearibus angustissimis. Mut. Mss. Questa e la C. longiflora Lamb. sono le solespecie del continente stamin. exertis. La primacresce all’altezza di 200—700 tese nelle regionicalde. 11. C. caribaea Swartz. 12. C. longiflora Lamb. 13. C. lineata Vahl. 14. C. floribunda Swartz. 15. C. angustifolia Swartz. 16. C. brachycarpa Vahl. Queste sei specie crescono tutte nelle isole |204| delle Indie occidentali ad una temperatura di17—22° R. 17. C. corymbifera Forster. Nelle isole della Società nel mare del Sud. 18. C. philippica Cav. Scoperta da Nee presso Manilla. Io non ardisco di affermare che tutte le cin-chone conosciute siano comprese sotto queste 18specie. Quelle soltanto ho io voluto annoverareche per osservazioni proprie o per altrui perfettefigure mi sono sembrate specificamente distinte.La C. acutifolia, la C. micrantha, la C. glandu-lifera, la C. dichotoma, la Cosmibuena e la C.spinosa meritano un più accurato esame. Forseconverrebbe portare il genere a 24 specie.

A. Q.